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Le Piazze delle terre di Siena

Con gli infiniti significati che i tempi diversi hanno attribuito a questo vocabolo, mai è stato dissociato da esso il senso urbanistico che si porta dietro da sempre, quello di "forum” da cui prende poi il nome, per dire luogo aperto al pubblico, frequentato da gente diversa. Può variare il nome, in relazione alla presenza su di essa di un palazzo, di una pieve, della residenza di una famiglia o di una attività che vi si svolse, ma non cambia certo il ruolo che essa assolve, in maniera del tutto naturale e spontanea, di luogo di incontro, di scambio, di conoscenze, di aggregazione, come si usa dire oggi, luogo comunque dove ci si ferma, ci si sosta, perché è un punto d'arrivo, un traguardo, una meta raggiunta.

Ben diversa la via, che magari vi confluisce, ma raramente l'attraversa, fatta per muoversi e comunque legata in gran parte a chi vi abita, se non a un passante, a un visitatore, a un pellegrino che le confermano il ruolo che si diceva.

Il Medioevo, cui sono legati i quasi tutti i paesi del Val d'Elsa, dovette far rivedere il senso di piazza, se non nelle funzioni almeno nell'assetto, specie per quanto riguarda la grande piazza monumentale, del forum, sopravvissuto fin nell'Alto impero. Lo imponevano gli spazi, ora assai più limitati, ristretti a motivo delle fortificazioni e delle primitive cerchia murarie.

La piazza si snatura invece, e talvolta irreparabilmente anche da noi, con l'Ottocento e il Novecento, quando il movimento urbano divenne più dinamico fino a diventare caotico negli ultimI anni del Novecento, tanto che l'urbanistica moderna ha dovuto prendere atto che la piazza ha dovuto, in qualche caso, assumere addirittura una diversa funzione nella dinamica della circolazione urbana.

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