Poggibonsi
Piazza Mazzini
E' la piazza nata interamente nell'area rasa al suolo dai bombardamenti aerei del 1943-1944, forse a simboleggiare, in chi ne decise la costruzione, una volontà di rinascita e di affermazione della città. Primo elemento la nuova stazione ferroviaria, progettata dall'architetto poggibonsese Carlo del Zanna, realizzata al posto del vecchio scalo merci e rimaneggiata nel 1951, che copre l'intero lato basso del leggero declivio, su cui si è sviluppata nel tempo, con i suoi uffici pubblici, banche, stazione degli autobus, parcheggio multipiano, ufficio di informazioni turistiche, che si trovano ai due lati di essi.
La parte superiore, che la separa da via Trento e dal Centro Storico ma che si apre al traffico in arrivo, è schermata da due grandi aiuole, delimitate da un muretto, all'interno del quale si trovano alti cedri del Libano. La parte centrale è occupata dalla grande splendida fon tana di Umberto Mastroianni, una delle dodici fontane ideate per altrettante piazze nei cinque continenti. La grande fusione in bronzo, che costituisce la tazza della fontana e che fu realizzata negli anni settanta, è omaggio ai valori della Resistenza.
La fontana è circondata da una siepe in bossolo che delimita il senso rotatorio veicolare attorno ad essa.
Piazza Matteotti
E' quella che tutti i poggibonsesi chiamano piazza Nova almeno da quando tutta l'area in questione, delimitata dalle trecentesche mura castellane, non fu messa in diretta connessione con il centro storico, con la creazione dell'attuale Via Sandro Pertini.
Da quel momento ha continuato ad avere la duplice funzione di anticamera al centro storico, per chi arriva in paese dalla parte di ponente, e, soprattutto di giardino verde ombroso per le famiglie poggibonsesi, appena discosto dalla strada di accesso al centro e delimitato da grandi piante di olmo. Una funzione che ha continuato quando, recentissimamente, negli anni novanta, si è cercato di dare all'area un'impronta unitaria, inglobando nel progetto anche la vecchia strada di accesso al centro.
Un'impronta che le viene in particolare dalle doppie fasce di travertino, su una pavimentazione completamente in cotto; due fasce destinate ad allargarsi in cerchi concentrici, che portano al centro e si sviluppano in ampiezza fino all'estremità dei lati. II progetto è degli architetti Gambassi e Lanfredini.
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