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Tignanello e Solaia

Dalle terre del Chianti Classico nascono perle deliberatamente confinate in fascia Igt: il Tignanello, pioniere dei supertuscans, e il Solaia di casa Antinori, vinattieri da ben ventisei generazioni, all'avanguardia nel movimento enoico toscano e internazionale.

Beninteso, gli Antinori producono anche Chianti Classico, Galestro, di cui sono stati tra i promotori, e spumanti nella storica tenuta di Santa Cristina con le vigne di Pèppoli e Badia a Passignano, ma per scoprirne le gemme occorre volgere lo sguardo a due piccoli vigneti vicini, Tignanello, di 47 ettari, e Solaia, di soli 10, dove fra 320 e 400 metri, con esposizione e microclima ideali, ai grappoli di Sangiovese si affiancano gli acini "stranieri" del Cabernet Sauvignon e Frane.

Siamo in comune di San Casciano Val di Pesa, sede dal 1898 delle cantine Antinori: da qui nascono vini sublimi, lavorati con sapienza, profumati, che carezzano il palato con tannini morbidi.

Un tempo il Tignanello si conformava alle prescrizioni del disciplinare del Chianti doc e si chiamava “Chianti Classico riserva vigneto Tignanello”, sposando Sangiovese con Canaiolo, Trebbiano e Malvasia, ma dal 1971 si è svincolato dalla normativa, rinunciando dal 1975 alle uve bianche e adottando nel 1982 la composizione attuale: Sangiovese 80%, Cabernet Sauvignon 15%, Cabernet Frane 5%.

Il Tignanello è prodotto, con ferrea autodisciplina e complessa vinificazione, solo nelle annate migliori. Lo stesso accade al Solaia, ottenuto esclusivamente da uve dell'omonimo vigneto, contiguo al Tignanello, in cui prevale il Cabernet Sauvignon (75%) con Sangiovese (20%) e Cabernet Frane (5%). L'uvaggio del Solaia, nato nel 1978 da Cabernet Sauvignon completato da una modesta percentuale di Cabernet Frane, si è arricchito nel 1980 del contributo del Sangiovese, correggendo le quantità dei due vitigni francesi nella proporzione attuale.

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